John Harris FMedSci., B.A., D.Phil.
Sir David Alliance Professor of Bioethics
Institute of Medicine Law and Bioethics, School of Law
University of Manchester
Session: Science, Society and Politics (part 1)
Title: “The Obligations of Society to Science�?
My question is: is there a moral obligation to undertake, support and even to participate in serious scientific research? If there is, does that obligation require not only that beneficial research be undertaken but also that “we�?, as individuals and “we�? as societies be willing to support and even participate in research where necessary?
Thus far the overwhelming answer given to this question has been “no�?, and research has almost universally been treated with suspicion and even hostility by the vast majority of all those concerned with the ethics and regulation of research. The so-called “precautionary approach�?[1] sums up this attitude, requiring dangers to be considered more likely and more serious than benefits and assuming that no sane person would or should participate in research unless they had a pressing personal reason for so doing or unless they were motivated by a totally impersonal altruism. International agreements and protocols (The Declaration of Helsinki[2] and the CIOMS Guidelines[3] for example) have been directed principally to protect individuals from the dangers of participation in research and to ensure that, where they participate, their full informed consent is assured. The overwhelming presumption has been and remains that participation in research is a superogatory, and probably a reckless act, not an obligation. I this paper I argue to the contrary, that there is a powerful moral obligation to support, and to participate in science research and that this obligation may even be mandatory.
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I DOVERI DELLA SOCIETÀ NEI CONFRONTI DELLA SCIENZA
John Harris
Sir David Alliance Prof of Bioethics Istituto di Medicina Legale e Bioetica, Facoltà di Legge Università di Manchester
Sessione: Scienza, società e politica (prima parte)
Titolo: “I doveri della società nei confronti della scienza�?
La mia domanda è: esiste il dovere morale di avviare, sostenere e anche di prendere noi stessi parte alla ricerca scientifica? Se esiste, questo dovere non esige non solo di fare ricerca a scopo benefico, ma anche che “noi�?, come individui e “noi�?, come società, si abbia la volontà di sostenere nonché partecipare alla ricerca laddove è necessario?
Fino ad oggi la risposta largamente predominante è stata “no�? e la ricerca è stata trattata praticamente ovunque con sospetto, se non ostilità, dalla grande maggioranza degli addetti all’etica e alla regolamentazione della ricerca. Il cosiddetto “principio di precauzione�? riassume bene questo comportamento: i pericoli vengono presi in maggiore e più seria considerazione dei benefici e perché nessun individuo sano vorrebbe o dovrebbe condurre ricerche a meno che non abbia una forte pressione personale per fare il contrario e a meno che non sia mosso da altruismo completamente impersonale. Accordi e protocolli internazionali (la Dichiarazione di Helsinki e le Linee Guida CIOMS, per esempio) sono volte principalmente a proteggere gli individui dai pericoli derivanti dalla partecipazione alla ricerca e ad assicurare che, ove vi sia la loro partecipazione, abbiano espresso consenso scaturito da una piena conoscenza dei fatti. Il presupposto chiave è e resta quello per cui la partecipazione alla ricerca è un atto super rogatorio e forse imprudente, non un obbligo. Io sosterrò il contrario, sosterrò infatti che sostenere e prendere parte alla ricerca scientifica è un forte dovere morale e che tale dovere potrebbe perfino essere obbligatorio.
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